E’ quanto emerge da un sondaggio nazionale condotto dall’istituto Quorum/Youtrend per il Registro degli Osteopati d’Italia su un campione di 1.000 casi rappresentativi della popolazione italiana.
I risultati del sondaggio sono stati inequivocabili: 8 italiani su 10 ritengono fondamentale che la professione dell’osteopata sia finalmente regolamentata.
Dopo il riconoscimento dell’osteopatia iniziato nel 2018 da Beatrice Lorenzin e terminato nel 2021 dal Ministro Speranza, tutto si è fermato.
È prioritario per tutti gli osteopati italiani definire il percorso formativo e concludere l’iter di regolamentazione dell’osteopatia previsto dalla Legge 3/2018, attraverso la definizione dell’ordinamento didattico, la valutazione dei titoli pregressi e l’istituzione dell’albo negli Ordini TSRM e PSTRP.
A chiederlo, quindi, non sono soltanto gli osteopati che chiedono a gran voce di concludere la regolamentazione dell’osteopatia previsto dalla Legge Lorenzin 3/2018, ma anche i cittadini italiani.
La ricerca è stata presentata sabato mattina all’ultimo Congresso ROI di Napoli e ha aperto il dibattito su cui si è articolata la tavola rotonda.
Una voce chiara e limpida che, attraverso il sondaggio Quorum/YouTrend, ha chiesto che l’osteopatia rientri prima possibile a pieno titolo fra le professioni sanitarie, come la figura del fisioterapista.
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Bisogna inserire l’osteopatia nei LEA
L’82% degli intervistati ritiene che i trattamenti osteopatici debbano rientrare all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Numeri che fanno ben sperare, tanto più che 2 intervistati su 3 valutano positivamente l’osteopatia e i risultati ottenuti con la visita osteopatica.
Tra le motivazioni indicate da chi esprime un giudizio favorevole, il 45% del sottocampione ritiene che l’osteopatia permetta di ridurre l’utilizzo di farmaci nelle problematiche ricorrenti come dolori muscolari e che sia una professione sanitaria utile nella gestione delle patologie croniche.
1 italiano su 3 va dall’osteopata su consiglio di un medico
Secondo l’indagine poi, il 44% di coloro che si hanno deciso di rivolgersi a un osteopata o che vi hanno accompagnato i loro figli è stato consigliato da un familiare o da un amico, mentre 1 su 3 lo ha fatto su consiglio di un medico.
Infine, quasi 2 intervistati su 3 di questo sottocampione dichiarano di essere andati dall’osteopata per curare problematiche croniche (33%) o acute (32%).
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Come è stato eseguito il sondaggio
Il sondaggio è stato condotto da Quorum di Diamanti, Policastro, Pregliasco & co. s.a.s., dall’11 al 14 aprile 2022, per Registro degli Osteopati d’Italia (ROI), con metodologia integrata C.A.T.I. – C.A.M.I. – C.A.W.I., su un campione di 1.005 casi rappresentativi della popolazione maggiorenne residente sul territorio italiano.
La consistenza numerica del campione di rispondenti è di 1.005, la percentuale dei rispondenti è pari a 10,4% e le sostituzioni effettuate sono 8.699. I software utilizzati sono stati PSPP e Microsoft Excel.
Il documento completo è disponibile sul sito internet dell’AgCom.
L’intervento del Ministro della Salute Speranza
Gli italiani promuovono dunque l’osteopatia, ma a farlo sono anche le istituzioni, primo fra tutti il Ministro della Salute Roberto Speranza che nel messaggio che ha inviato al ROI per il Congresso ha affermato:
Rivolgo il mio ringraziamento al ROI, storico punto di riferimento e importante interlocutore nel percorso che ha portato all’istituzione della professione sanitaria dell’osteopatia. Questo traguardo rappresenta un passo importante per tanti osteopati e per i cittadini. Con il suo ruolo nell’ambito della prevenzione e dell’assistenza, l’osteopatia costituisce un supporto significativo al nostro Servizio Sanitario.
Questi concetti sono stati ribaditi nella tavola rotonda “Le prospettive dell’osteopatia tra le professioni sanitarie”, a cui hanno preso parte Teresa Calandra, Presidente della FNO TSRM PSTRP, la Senatrice Paola Binetti e il Professore Daniele Gianfrilli, consigliere del CUN.
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“La professione sanitaria di osteopata, inserita tra quelle dell’area della prevenzione, arricchirà di competenze, non solo tecniche, la nostra Federazione multiprofessionale, ha dichiarato Teresa Calandra.
Saremo auditi dai componenti del Tavolo interministeriale che determinerà l’ordinamento didattico, elemento fondamentale a favore delle persone assistite, poiché un buon corso di laurea formerà e abiliterà professionisti di valore. Partire bene è importante, quindi la fattiva collaborazione, anche con il ROI, è senz’altro un buon auspicio, non solo per il presente, ma anche per il futuro”.
“Da anni mi batto per il riconoscimento professionale degli osteopati. Ho presentato a mia firma diversi provvedimenti legislativi a loro supporto, contribuendo alla stesura del Decreto Lorenzin che ha definito gli osteopati come figure sanitarie, ha dichiarato la Senatrice Paola Binetti. Manca ancora un passo fondamentale per riconoscere la loro piena dignità professionale. È urgente che una professione così cruciale sia riconosciuta anche dalle Asl” ha concluso la Senatrice Binetti.
“L’identificazione del percorso formativo universitario della figura professionale dell’osteopata è un passaggio fondamentale per l’attuazione del Decreto di istituzione, ma rappresenta anche la base per garantire allo studente le conoscenze e competenze indispensabili per svolgere al meglio la futura professione e al cittadino i più alti standard di qualità e sicurezza della prestazione sanitaria” ha dichiarato il Prof. Daniele Gianfrilli.
Come spiegato dal Presidente ROI Paola Sciomachen, i presupposti sono dunque ottimi.
“Per questo motivo chiediamo alla Ministra Messa che il MIUR proceda velocemente alla definizione dell’ordinamento didattico in osteopatia per poter affrontare il tema delle equipollenze e concludere il percorso entro la fine del 2022, come stabilito per decreto: uscire dalla precarietà è un’esigenza della categoria, ma anche un atto dovuto verso tutti quei cittadini che da anni si rivolgono con fiducia agli osteopati” ha spiegato il Presidente.
Fonte: Registro degli Osteopatia d’Italia