Il significato della parola “osteopatia” deriva dal greco antico: ὀστέον, ostéon, che vuol dire «osso» e πάθος, páthos, che significa «sofferenza».
La definizione di osteopata in italiano, quindi, riguarda un professionista sanitario che si occupa dei dolori ossei e muscolo-scheletrici.
Stando a questa definizione tradotta letteralmente dal greco antico all’italiano del termine “osteopata” si può subito pensare che si occupi solamente di “ossa che fanno male” (ammettilo, anche tu l’hai pensato la prima volta che hai sentito la parola “osteopata” o “osteopatia”).
Ma non è così.
Come scoprirai leggendo fino in fondo questo articolo, l’osteopata non si occupa solamente di disturbi muscolo-scheletrici, ma può essere utile anche per problematiche viscerali, nei bambini in età pediatrica e nei neonati.
Quindi sarebbe riduttivo definire “scrocchia ossa” un professionista sanitario che può entrare in gioco in molte cure alternative alla medicina tradizionale o collaborare alla pari con altre figure sanitarie.
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Cos’è l’Osteopatia: la definizione dell’OMS
Come definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel Benchmark per la formazione in osteopatia del 2010, l’Osteopatia è una professione sanitaria con competenze di diagnosi, gestione e trattamento manuale dei pazienti, che si indirizza a tutti, dal neonato all’anziano.
Un’altra definizione che mi piace citare spesso quando parlo di osteopatia è quella dell’Istituto Superiore di Osteopatia (ISO) che definisce l’Osteopatia “un sistema consolidato di assistenza alla salute che si basa sul contatto manuale per la valutazione, la diagnosi ed il trattamento della persona“.
L’osteopatia è una professione sanitaria che diagnostica e tratta disfunzioni di mobilità dei tessuti corporei, non prevede l’uso di farmaci né macchinari, ma attraverso manipolazioni e specifiche osteopatiche si dimostra efficace per la prevenzione, valutazione ed il trattamento di disturbi che interessano l’apparato neuro-muscolo scheletrico e non solo.
L’approccio viscerale, neonatale pediatrico, strutturale e craniosacrale fanno parte della cassetta degli attrezzi di ogni bravo osteopata che si rispetti.
Breve storia dell’Osteopatia: dalla nascita in USA al riconoscimento in Italia
L’Osteopatia nasce nel 1874 dall’idea di un medico statunitense che iniziò a “dubitare” dei metodi di cura della medicina tradizionale, criticando l’abuso dei farmaci che veniva fatto per curare i pazienti.
Il medico in questione era Andrew Taylor Still, padre della Medicina osteopatica, che nel 1892 fondò la prima scuola di osteopatia a Kirksville.
Successivamente nei primi del ‘900 l’osteopatia sbarcò in Europa, prima in Inghilterra e poi in Francia.
Dopo parecchi anni (quasi 30), numerosi tentativi e svariati governi “poco attenti” ai progressi delle medicine alternative, finalmente il 24 giugno 2021 il CdM ha istituito la professione sanitaria dell’osteopata, facendo rientrare anche l’Italia tra i vari Paesi europei e del resto del mondo che hanno già riconosciuto l’osteopatia come professione sanitaria.
Princìpi di Osteopatia
I princìpi osteopatici teorizzati da Still si basano sull’integrità strutturale e funzionale del corpo e sulla tendenza intrinseca di quest’ultimo ad autoregolarsi.
Il corpo quindi viene visto in modo olistico, come un’unità e un sistema composto da muscoli, scheletro e organi che hanno come punto di collegamento i centri nervosi della colonna vertebrale.
- Il corpo è un’unità ed ha la capacità di auto regolarsi, di auto curarsi e di mantenere la salute (omeostasi)
- La struttura governa la funzione e viceversa
- La persona è un sistema composto da muscoli, ossa, visceri, da apparati (circolatorio, nervoso, linfatico, da posture e psiche)
Per l’osteopatia nell’organismo umano l’integrità della struttura e l’efficienza funzionale sono strettamente legate e connesse tra loro.
Quando questo legame non funziona o si inceppa, va a intaccare questo equilibrio; mentre, viceversa, il benessere dell’organismo viene assicurato da un corretto funzionamento di ognuna di queste parti.
C’è una relazione tra i vari sistemi muscolo-scheletrico, viscerale, nervoso, vascolare e linfatico; finché tutti i sistemi lavorano in modo sinergico e complementare vi è la salute.
A. T. Still
Se vuoi approfondire questi princìpi ti consiglio questi libri di osteopatia
Fondamenti di Medicina Osteopatica
Filosofia e principi meccanici dell’osteopatia
Filosofia dell’osteopatia
Osteopata significato: da dove deriva la parola?
Il termine “Osteopatia” fu coniato dal suo fondatore, il chirurgo americano Andrew Taylor Still, che alla fine del XIX secolo scoprì le relazioni esistenti tra l’equilibrio funzionale dell’insieme delle strutture del corpo e la salute.
Come descritto in precedenza, il significato della parola “osteopata” deriva dal greco antico: ὀστέον, ostéon, che vuol dire «osso» e πάθος, páthos, che significa «sofferenza».
Essendo una medicina manuale olistica (dal Greco olos che significa «tutto»), l’osteopata considera l’individuo nella sua globalità.
La stessa parola “salute”, dal sanscrito “sarva”, significa integrità, tornare tutto d’un pezzo. Anche in inglese antico, la parola “hal”, oggi comunemente conosciuta come health-salute, significa “tutto”.
Ecco perchè l’osteopatia utilizza un approccio olistico al paziente, che si concentra, cioè, sulla totalità della persona. Per questo tipo di approccio non sintomatico il trattamento osteopatico sarà individualizzato per ogni paziente.
Per questi motivi Still mise insieme le due parole: OSTEON (osso) e PATHOS (dolore).
Cosa fa l’osteopata?
L’osteopata si avvale di un’ampia serie di tecniche manuali finalizzate ad eliminare la disfunzione somatica. Egli non usa farmaci né macchine, ma si avvale esclusivamente delle sue mani per individuare le strutture corporee in disfunzione somatica.
Lo scopo del trattamento osteopatico è quello di stimolare, attraverso specifiche tecniche manipolative, il ripristino della mobilità fisiologica dei distretti corporei.
L’azione dell’osteopata parte dall’aponevrosi, cioè quel tessuto connettivo che mette in relazione le diverse parti del corpo, in cui si connettono il sistema vegetativo e quello muscolo-scheletrico.
Le manipolazioni dei tessuti molli avvengono tramite:
- stiramento
- frizione
- vibrazione e percussione (come una pistola massaggiante)
- digitopressione (come quando ti sdrai su un tappetino agopressione)
- movimenti passivi delle articolazioni (trust HVLA).
Mediante la manipolazione osteopatica delle strutture osteo-muscolari in disfunzione l’osteopata è in grado di ridare mobilità ai tessuti, eliminando la disfunzione somatica attraverso le seguenti reazioni post trattamento osteopatico:
- l‘aumento della mobilità del tessuto e delle strutture ad esso correlate,
- un miglioramento della vascolarizzazione e del trofismo della zona manipolata,
- la regressione del dolore come conseguenza dell’eliminazione delle cause scatenanti.
Che differenza c’è tra osteopata e fisioterapista?
Osteopata e fisioterapista sono due figure sanitarie volte al recupero delle condizioni ottimali di salute, ma che lavorano utilizzando approcci molto diversi.
Definizione di fisioterapista
La definizione del Ministero della Sanità: “Il fisioterapista è l’operatore sanitario, in possesso del diploma universitario abilitante, che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori, e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita od acquisita”.
Il lavoro del fisioterapista è orientato sulla cura della sintomatologia locale, focalizzando principalmente i suoi trattamenti sulle zone interessate dal dolore con l’obiettivo di diminuire la sintomatologia.
Per farti un esempio, se vai dal fisioterapista per un dolore alla spalla egli si concentrerà maggiormente sul trattamento della spalla, attraverso terapie fisiche (es. tecar terapia, laser, ultrasuoni), manuali e occupazionali.
Come diventare fisioterapista
Per diventare fisioterapista bisogna conseguire una laurea triennale rilasciata esclusivamente da strutture universitarie.
Definizione di osteopata
Col riconoscimento del 2021 “L’osteopata è un professionista sanitario, in possesso di laurea triennale universitaria abilitante o titolo equipollente e dell’iscrizione all’albo professionale, che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie interventi di prevenzione e mantenimento della salute attraverso il trattamento osteopatico di disfunzioni somatiche non riconducibili a patologie, nell’ambito dell’apparato muscolo scheletrico.”
A differenza del fisioterapista, il lavoro dell’osteopata va alla ricerca delle cause che hanno generato il problema.
Basandosi su un approccio olistico al paziente, l’osteopata non si sofferma esclusivamente sulla zona del corpo dolorante, ma durante la visita osteopatica cerca di capirne la causa scatenante e di risolvere il problema alla radice.
Tornando all’esempio della spalla di prima, se vai dall’osteopata e il dolore non è stato causato da un trauma diretto o da un colpo in quella zona, stai certo/a che l’ultima cosa che guarderà il terapeuta sarà proprio la spalla, perchè la causa è altrove.
Un’altra differenza è che l’osteopata non utilizza macchinari, ma si avvale esclusivamente delle sue mani, sia per la valutazione che per il trattamento.
Di recente dall’America è sbarcata nelle cliniche di fisioterapia e di osteopatia la pistola massaggiante. Un dispositivo da massaggio a percussione che aiuta il terapista ad arrivare in profondità nei tessuti del paziente. Si può usare anche prima o dopo l’allenamento per prevenire i dolori e le contratture muscolari.
Anch’io ne ho scoperto e valutato i benefici ed uso una pistola per massaggio muscolare nel mio studio. Sono utili nella maggior parte dei dolori muscolo scheletrici, puoi usarle anche su di te.
Se può interessarti ho recensito le migliori pistole massaggianti sul mercato.
Tramite le manovre osteopatiche (divise in strutturali, fasciali, craniosacrali e viscerali) l’osteopata interviene sulla funzione dei vari sistemi del corpo, riducendo la “spesa energetica” e i compensi che il corpo del paziente è costretto ad utilizzare per non percepire il dolore.
Come diventare osteopata
Per diventare osteopata bisogna conseguire il Diploma di Osteopatia (D. O.), o ancor meglio un titolo accademico e professionalizzante, a seguito della recente legge 3/2018, seguendo percorsi specifici in base alla formazione di partenza.
Ulteriori novità e aggiornamenti si avranno in seguito alla pubblicazione dei decreti attuativi.
Cosa cura l’osteopatia?
Dopo averti spiegato la differenza tra osteopata e fisioterapista, eccoci arrivati alla parte finale in cui ti spiego cosa cura l’osteopatia e perchè è riduttivo definirlo semplicemente “scrocchia ossa”
Se prendessimo una persona a caso per strada e gli chiedessimo quando rivolgersi ad un osteopata, ci dirà sicuramente:
- mal di schiena, lombalgia, sciatica
- dolore cervicale
- dolori articolari e muscolari
Non solo “scrocchia ossa”, ecco altri disturbi che cura l’osteopata
Oltre a disfunzioni del sistema muscolo-scheletrico, l’osteopatia cura con efficacia anche disturbi nervosi e viscerali e nei bambini in età pediatrica e neonatale.
Se ti stai chiedendo cosa può fare un osteopata per il tuo benessere, oltre al classico mal di schiena e dolore cervicale, devi sapere che l’osteopatia è altrettanto efficace anche in dolori non prettamente di origine muscolare:
- Mal di testa: cefalea, emicrania, vertigini, rinite, sinusite, otite
- Problemi intestinali: stipsi, gonfiore, costipazione, colon irritabile, ernia iatale con reflusso-gastro esofageo
- Ansia, disturbi del sonno
- Problemi legati alla gravidanza e al post-parto, infezioni urinarie recidivanti, dismenorrea
- Problematiche del neonato: coliche infantili, plagiocefalia, rigurgito
Come vedi oltre ad essere un valido supporto nella cura di molte altre patologie, l’osteopatia si dimostra altrettanto efficace anche nella prevenzione e nel mantenimento dello stato di salute.
Per approfondire leggi l’articolo “Quando rivolgersi ad un osteopata“.
Cosa cura l’osteopatia pediatrica?
Non tutti sanno che si possono portare dall’osteopata anche per bambini di poche settimane o pochi mesi di vita.
Gli esperti raccomandano un trattamento osteopatico entro le prime 8 settimane di vita per intervenire sulle disfunzioni generatesi durante la vita intrauterina.
Già da molto piccoli l’osteopatia pediatrica può intervenire con buoni risultati su:
- plagiocefalie (la cosiddetta “testa piatta”)
- coliche infantili
- difficoltà ad attaccarsi al seno
- problemi di suzione
- torcicollo congenito
- otiti ricorrenti
- malattie respiratorie ricorrenti
- rigurgito
- reflusso gastrico
Studi effettuati sui neonati con plagiocefalia posizionale (una deformazione del cranio causata dal parto e da posizionamenti scorretti del neonato, volgarmente detta “testa piatta”) hanno dimostrato nella maggioranza dei casi una risoluzione del 100% se trattati con osteopatia entro i primi 3 mesi di vita.
Buoni risultati vengono registrati su rigurgito, reflusso gastroesofageo e nelle coliche infantili.
In ambito pediatrico il trattamento osteopatico può essere di aiuto bambini affetti da disabilità gravi quali la paralisi cerebrale infantile e la spina bifida.
Negli anni seguenti l’osteopata pediatrico può essere utile nei problemi di crescita legati principalmente alla postura, allo sviluppo motorio e alle asimmetrie della colonna.
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